CONSIGLI PRATICI PER UN’ADEGUATA E DURATURA CONSERVAZIONE DELL’ OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA

Con l’arrivo dell’estate scopri come proteggere e conservare, al meglio, il nostro olio OILA’!

L’olio extravergine d’oliva, nonostante l’alto valore gastronomico e salutistico, accusa comunque una certa fragilità essendo facilmente soggetto al deterioramento se non adeguatamente conservato. Partiamo dal fatto che conservare bene l olio d’oliva, significa mantenerne più a lungo, nel tempo, le sue proprietà benefiche ma anche aromatiche che lo contraddistinguono da altri oli alimentari.

Il nostro olio OILA’ avendo un elevato contenuto di polifenoli e tocoferoli, sostanze antiossidanti ,riesce a resistere considerevolmente al deterioramento. I polifenoli, in particolare, proteggono gli acidi grassi dell’olio, ossidandosi al loro posto. Nonostante ciò, suggeriamo di seguire comunque alcuni semplici consigli per la sua conservazione prima e dopo l’apertura della confezione.

1 – TENERE SEMPRE LA CONFEZIONE BEN CHIUSA, AL FRESCO E IN LUOGHI BUI O POCO ILLUMINATI.
Quest’accorgimento è fondamentale dato che mentre sotto i 12 °C il prodotto tende a solidificare, pur senza perdere le peculiarità nutrizionali e organolettiche (che possono essere danneggiate solo in caso di temperature vicine o inferiori allo zero), con temperature abbondantemente oltre i 20 °C, il prodotto si deteriora molto facilmente. Il range ideale per la conservazione, tuttavia, si attesta fra i 14 °C e i 18 °C.

Allo stesso modo, l’olio va protetto dalla luce, diretta, indiretta e artificiale, che altera facilmente il colore e il gusto. Pertanto, sono sempre da preferire i contenitori opachi o scuri, le credenze chiuse con sportelli non trasparenti e tutti i luoghi bui, freschi e lontani da contaminazioni aromatiche. L’altro acerrimo nemico dell’olio extravergine d’oliva è il contatto con l’ossigeno, che ossida gli acidi grassi alterando anche la composizione chimica. Di conseguenza, vanno evitati i contenitori semivuoti e mal sigillati. Il prodotto, in linea generale, non deve essere tenuto a lungo in recipienti troppo voluminosi rispetto al consumo quotidiano.

Per lo stesso motivo, i contenitori vanno richiusi subito dopo l’utilizzo. Per eliminare l’ossigeno dai recipienti madre, dai quali si attinge per rabboccare le piccole oliere (250-500 ml), si possono usare i tappi sottovuoto con meccanismo a pompa, utilizzati per preservare il vino dopo l’apertura delle bottiglie.

2 – MATERIALI IN CUI CONSERVARE L’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA.

In linea generale è meglio evitare di conservare l’olio extravergine d’oliva in bottiglie di plastica. Il PET e soprattutto il PVC possono rilasciare sostanze nocive, specialmente se i recipienti sono vecchi, consumati o riutilizzati più volte.

Questi materiali sono da sconsigliare anche perché quasi sempre sono trasparenti, perciò per l’olio vanno evitati se non per trasporti e usi di brevissima durata. I materiali da preferire sono l’acciaio inossidabile, in primis, ma anche la latta e il vetro scuro. I contenitori di acciaio inox, rispetto al vetro, hanno il vantaggio di proteggere totalmente dalla luce, oltre a vantare una resistenza agli urti molto superiore, che si traduce in una maggiore manovrabilità e maneggevolezza. Con questo materiale, il migliore per i contenitori di grandi capacità, sono costruiti anche i silos di immagazzinamento utilizzati dai produttori.

Sul piano meccanico e pratico, la latta ha proprietà simili all’acciaio, pur essendo più leggera e soggetta alle ammaccature. Si tratta di un materiale igienico e impenetrabile alla luce ,non a caso, usato per i classici recipienti da 5l ma anche per capacità inferiori da 0,5l, 1l e che, in questo caso, danno anche un tocco estetico alla confezione stessa come quelle esposte nel nostro sito.

Nell’uso domestico, invece, il vetro scuro, come quello delle nostre bottiglie, si distingue per il suo valore estetico, oltreché per l’ottimo profilo igienico. Per quest’ultimo aspetto, quindi, non sono particolarmente funzionali i contenitori di vetro trasparente, che mostrano bene il colore dell’olio ma non lo difendono dalla luce, compresa quella artificiale dei supermercati e delle abitazioni. Le oliere di porcellana , fragili, decorative e piuttosto in voga , possono offrire una soluzione a questo problema.

3 – PULIRE BENE I RECIPIENTI IN CUI E’ CONTENUTO L’OLIO.

Le piccole oliere di casa andrebbero lavate e asciugate dopo lo svuotamento, prima di essere nuovamente riempite. Pur essendo esteticamente gradevoli, nel mondo della ristorazione le ampolle e le oliere sono state vietate dalla legge 161 del 30 ottobre 2014 (articolo 18, comma 1 c), che prescrive l’uso di contenitori chiusi, etichettati e non rabboccabili.

Ad ogni modo, al netto di tutte le attenzioni possibili, questo alimento è comunque destinato a un naturale deterioramento. L’apice del gusto si tocca fra i tre e gli otto mesi, mentre dopo i dodici mesi il declino inizia a essere chiaramente avvertibile. Il limite per il consumo non dovrebbe superare i 18 mesi dall’imbottigliamento (secondo le vigenti leggi).